Non ho figli, avrei voluto, ma le cose sono andate diversamente da come desiderato ( e su come non esista una "narrazione" della sofferenza maschile - almeno in italia- per il non avere figli ci sbatto la testa da anni). Però da figlio di un padre di vecchia generazione - non un cattivo padre, ma un padre assente sebbene presente fisicamente - ti dico che il fatto che tu abbia un rapporto con lui, che lui abbia uno sguardo su di te e che questo sguardo è ricambiato è già moltissimo. Sei un significante nella sua vita. Sarà e resterà un metro per misurare il mondo intorno a lui.
Ti ringrazio molto per la condivisione intanto, e poi per quello che mi hai detto alla fine del commento. Ti capisco quando parli di quella sofferenza maschile che per anni ho provato. Poi ci siamo rassegnati perché ci siamo detti “vabbè avere figli non è un obbligo sociale e non è l’unico percorso possibile”. Appena abbiamo abbassato la guardia poi è arrivato lui.
Grazie a te! In realtà pensa che ti seguivo da diverso tempo come autrice dato che per lavoro mi occupo tra le altre cose di comunicazione e linguaggio ampio, ma non conoscevo ancora la newsletter su Substack! Adesso ovviamente sono subscriber 😉
Il momento in cui mi leggo con calma Patrilineare (e tutte le altre tab che mi fa aprire nel browser) è uno di quei momenti irrinunciabili, quelli in cui capisco e scopro cose. E 'sto giro pure l'intervista al bravissimo Nicola Macchione!
Ti capisco e ti sono vicino, mi permetto due consigli:
1) Prova a staccarti dal concetto di albero genealogico: tu, tuo padre e tuo figlio siete persone diverse; da qui si parte da zero per imbastire una relazione.
2) Leggi “Genitori Efficaci” di Thomas Gordon. Ci sono tanti anni esempi pratici. Mi soffermerei in particolare sul concetto di ascolto attivo.
Questo numero così personale mi è piaciuto assai. Ma davvero assai.
C’è questo gioco splendido di sguardi tra il te bambino e l’adulto padre e questo intreccio tra gli sguardi adulti che si sono posati su di te e ora non ci sono più, ma allo stesso tempo ci sono sempre. Grazie per averlo scritto.
La descrizione che fai di tuo figlio, potrebbe essere usata precisa per descrivere mia figlia. Anche io non mi sento molto bene in questo momento. Non ho ovviamente soluzioni, ma la condivisione di esperienze e il confronto aiutano sempre. Grazie.
Non ho figli, avrei voluto, ma le cose sono andate diversamente da come desiderato ( e su come non esista una "narrazione" della sofferenza maschile - almeno in italia- per il non avere figli ci sbatto la testa da anni). Però da figlio di un padre di vecchia generazione - non un cattivo padre, ma un padre assente sebbene presente fisicamente - ti dico che il fatto che tu abbia un rapporto con lui, che lui abbia uno sguardo su di te e che questo sguardo è ricambiato è già moltissimo. Sei un significante nella sua vita. Sarà e resterà un metro per misurare il mondo intorno a lui.
Ti ringrazio molto per la condivisione intanto, e poi per quello che mi hai detto alla fine del commento. Ti capisco quando parli di quella sofferenza maschile che per anni ho provato. Poi ci siamo rassegnati perché ci siamo detti “vabbè avere figli non è un obbligo sociale e non è l’unico percorso possibile”. Appena abbiamo abbassato la guardia poi è arrivato lui.
La parte in cui ricordi tuo padre mi ha commosso.
Che bella scoperta, la tua newsletter! Grazie per aver letto e apprezzato il mio articolo sull'eteronormatività 🤗
Grazie a te! In realtà pensa che ti seguivo da diverso tempo come autrice dato che per lavoro mi occupo tra le altre cose di comunicazione e linguaggio ampio, ma non conoscevo ancora la newsletter su Substack! Adesso ovviamente sono subscriber 😉
Ma dai, che bello, grazie mille!
Il momento in cui mi leggo con calma Patrilineare (e tutte le altre tab che mi fa aprire nel browser) è uno di quei momenti irrinunciabili, quelli in cui capisco e scopro cose. E 'sto giro pure l'intervista al bravissimo Nicola Macchione!
Ahahah grazie! Addirittura le tab multiple 😉
Ti capisco e ti sono vicino, mi permetto due consigli:
1) Prova a staccarti dal concetto di albero genealogico: tu, tuo padre e tuo figlio siete persone diverse; da qui si parte da zero per imbastire una relazione.
2) Leggi “Genitori Efficaci” di Thomas Gordon. Ci sono tanti anni esempi pratici. Mi soffermerei in particolare sul concetto di ascolto attivo.
Un abbraccio.
Questo numero così personale mi è piaciuto assai. Ma davvero assai.
C’è questo gioco splendido di sguardi tra il te bambino e l’adulto padre e questo intreccio tra gli sguardi adulti che si sono posati su di te e ora non ci sono più, ma allo stesso tempo ci sono sempre. Grazie per averlo scritto.
Grazie Serena, eh lo so che ti piacciono le storie personali! Ogni tanto emergono…
Ah, comunque è della Vergine anche mio figlio. Solo che lui ha appena finito il ciclo del nido 😃 (chissà che mi spetta).
La descrizione che fai di tuo figlio, potrebbe essere usata precisa per descrivere mia figlia. Anche io non mi sento molto bene in questo momento. Non ho ovviamente soluzioni, ma la condivisione di esperienze e il confronto aiutano sempre. Grazie.
Grazie! 🙏🏼 (è della Vergine anche tua figlia?) 😉
Ariete 🫠