11 Commenti
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Avatar di El

Buongiorno Pietro,

anche se non sono il tuo target (sono una donna che prova a seguire alcuni principi del femminismo intersezionale) mi sono iscritta alla tua newsletter.

In realtà quello che avrei voluto tantissimo era che lo facesse l'uomo che vive accanto a me, ma ovviamente questo non è successo.

Ho letto l'ultimo tuo intervento sull'intelligenza emotiva e devo dire che mi trovo d'accordo su molte cose.

Prima di tutto è proprio vero che l'empatia non è una caratteristica innata in noi, ma che va allenata. Io stessa che sono una mamma e ho condotto studi di psicologia, rileggendo i tuoi "esercizi" mi sono resa conto che non sempre li applico. Non voglio prendermi i sensi di colpa corrispondenti: la situazione di forte pressione e richieste che mi avvolgono, anzi mi stritolano, non mi rende capace di essere sempre serena e quindi di avere il tempo e le energie per stimolare il "muscolo empatico". Ma una cosa sto cercando di fare più di tutte: sospendere il giudizio. Mi piacerebbe che lo facessero anche molte altre persone intorno a me, anche perchè spesso mi sembra di essere l'unica e mi scoraggio.

Comunque penso una cosa: mai come oggi penso che essere un buon esempio per i nostri figli sia importante; lavorare su di noi è importante. Il rischio però è quello di cadere nella "performatività": devo essere perfetta/o per dare il buon esempio a mio/a figlio/a. Ricordiamoci, come ho detto ad un'altra mamma pochi giorni fa, che Winnicot ci ha salvato dal mito della perfezione, dicendo che basta una mamma (leggi oggi figura di riferimento: babbo, nonna/o, educatore/trice...) SUFFICIENTEMENTE buona. Raggiungere la sufficienza non ci spingerà a pretendere il massimo da noi e permetterà di non logorarci.

Nel mio piccolo credo che un primo passo molto importante che tutt* dovremmo fare, è riuscire a distinguere quello che possiamo cambiare, che parte quasi sempre da noi, e quello che da fuori ci impone certi comportamenti, e che quindi non possiamo cambiare da singoli, ma solo in un movimento collettivo. Secondo la mia opinione il primo passo da fare per gli uomini è quello di ascoltarsi e dire: ok, cos'è questa "cosa" che provo? E' mia! Ascoltiamola, parliamone....

Spesso infatti la prima cosa che fanno è trasferire la responsabilità su qualcun altr* e di solito è una donna.

Ovviamente queste considerazioni sono frutto di pura esperienza personale.

In ultimo ti volevo segnalare un gioco che mi hanno fatto scoprire i mie* figl*, per la precisione mio figlio più piccolo. Si tratta de "I colori delle emozioni. Il gioco da tavola", ispirato al libro di Anna Llenas. L'abbiamo trovato in biblioteca (che ha anche una sezione di giochi da tavolo). Sul tabellone ci si muove sui colori delle emozioni e quando si finisce su una casella si deve raccontare un episodio nel quale si è vissuta quell'emozione.

All'inizio non mi attirava il gioco, mi sembrava una situazione troppo finta e artificiosa per stimolare le emozioni. E invece ho constatato che i mie* figl* non avevano difficoltà a parlare di quello che li faceva gioire, soffrire, arrabbiare, impaurire; e mi è piaciuto, anzi ho avuto un paio di conferme e ne ho scoperto qualche altra. Lo consiglio a tutti, anche se penso che l'età consigliata sia bassa, 6-10 anni.

Mi piace molto la newsletter, ormai questo ti sarà chiaro.

Un saluto

E.F.

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Avatar di Pietro Izzo

Buongiorno, anzi buonanotte a te, Elisa: il tuo lungo commento mi ha fatto veramente tanto piacere. Non importa se dici di non essere nel target, al tuo compagno puoi sempre inoltrare le mail a tradimento ;-)

Dici una cosa giustissima citando il "Genitore quasi perfetto" di Bettleheim. Ah no, tu citi Winnicott, giustamente. Io ho in scaffale da molti anni quel libro di Bettleheim, ma ci siamo capiti, è lo stesso principio. Facciamo quello che possiamo fin dove arriviamo.

Hai ragione da vendere a sottolineare che - soprattutto sul tema della genitorialità - negli ultimi decenni la società della performance sta spingendo moltissimo facendoci sentire tutti inadeguati. E invece si fa (giustamente) come si può. Vedo purtroppo tanti, soprattutto padri, che manco ci provano però. A volte anche io ricado in questa trappola della serie "io so' er capofamija, nun me rompete". Non è facile cercare di cambiare.

Bello il gioco delle emozioni basato sul libro omonimo, quello me lo ero perso. Grazie ancora di questo bel commento e mi raccomando, continua a sospendere il giudizio che è una delle cose migliori che possiamo fare per vivere sereni. La mia maestra di yoga me lo ripete da 15 anni, e in effetti ormai mi è entrato abbastanza in testa... non giudicare, non giudicarti, non paragonare le situazioni.

Buonanotte!

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Avatar di Serena Blasi

Sto tornando a Roma dopo le vacanze pasquali a Torino, città dove ho vissuto tantissimi anni! Conosco molto bene “Donnexstrada” e non conoscevo il negozio che descrivi, la prossima volta ci devo passare 🩵

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Avatar di Rosario Maria Oliveri

Grazie Pietro per la tua newsletter, in particolare per questo numero: allenare l'intelligenza emotiva è un mio obiettivo da quando mi sono reso conto che spesso non mi rendo conto o non penso allo stato d'animo di chi mi sta intorno; allo stesso modo mi capita di non capire come mai alcune questioni per me marginali spaventino o preoccupino le persone a me care, come se il mio sentire fosse in qualche modo attutito. Ci vorrebbe un corso :-)

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Avatar di Pietro Izzo

Madonna quanto è vero quello che dici. Anche a me a volte capita di rimanere completamente perplesso di fronte ad alcune emozioni o preoccupazioni dei miei cari. Ci si lavora su. Dei corsi comunque esistono sicuramente, poi bisogna anche vedere che non siano quelle cagate di auto aiuto che mirano soltanto a ciucciar soldi alla gente…

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Avatar di Marco Bastian Stizioli

Io shock che ci sia qualcunə che legga davvero i link che condivido! 💙

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Avatar di Pietro Izzo

LOL

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Avatar di Carola

Devo andare da Sferruzzando la prossima volta che passo per Torino. Hanno aperto la cosa che vorrei aprire anche io (oscillo tra la profumeria e i filati) e questa cosa del punto viola mi sembra fantastica

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Avatar di Pietro Izzo

La prossima volta che passi per Torino devi dirmelo e io ti ci porto

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Avatar di Carola

Ma volentieri. Ho una serie di amici immaginari torinesi che vorrei conoscere in real Life e tu sei uno di questi <3

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Avatar di El

Grazie Pietro, e buongiorno!

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