Grazie Pietro. Mi ritrovo in quelle parole e condividerò un'esperienza per dar seguito al tuo articolo: mio padre faceva lo stesso, nell'incapacità di affrontare momenti di stress (come dialoghi con la sua ex-compagna, mia madre); vengo da un contesto di famiglia del Sud, a sua volta lui da una famiglia di 3 fratelli e una madre dura e severa: l'affetto non hai mai varcato la soglia della sfera-familiare, intensificando comportamenti machisti, impregnati di cultura maschio-feudo-centrica che caratterizava ancora il Sud (mio padre é del '59) ed una realtà provinciale oscura (RC, nido di famiglie 'ndranghetiste)
Grazie al pensiero-critico femminile della mia compagna, ho rivisto quei comportamenti, quel silenziarsi o addiritura eludere fisicamente il dialogo, ed ho deciso di fare una terapia occasionale, che potesse sviluppare non un metodo mediatore (non solo perlomeno) ma la voglia di reagire comunicativamente, per togliere quei bias che pilotano la tua mente e trasformare un migliore "sé".
Parlane sempre, é il solo modo di poner il tema centrale nella vita di tuttə le persone, affinché possa cambiare.
Grazie davvero: questo è un articolo che avrei voluto leggere diversi anni fa, mi sarebbe servito tantissimo.
Quello che mi fa paura è che molti dei sintomi sono davvero indistinguibili dallo stress (che comunque non è una cosa da sottovalutare, anzi): ed il rischio di accorgersi in ritardo della situazione in cui ci si trova è alto...
E visto che hai parlato anche di Pride, qui a Genova la prima giornata del Pride Village ha ospitato un bellissimo talk curato da Matteo Botto e Eugenia Nicolosi, "Manosphere: nella tana dei bro", incentrato su incel, redpillati e simili. L'han mandato in diretta streaming, ma non so se abbiano intenzione di pubblicarlo su youtube: spero davvero di si.
Ciao Pietro, un tema importante che in questo periodo risuona molto in me. Grazie per averlo trattato con il tuo solito, ma non scontato, mix di riferimenti autorevoli e della tua esperienza personale.
È che mi sembra che nella vita quotidiana ognuno di noi presenti quasi sempre almeno due o tre di quei sintomi insieme e allora che si fa si sta sempre in terapia? Boh. Io cerco di smazzare con la meditazione poi quando vedo che non basta chiedo un aiuto da fuori…
Idem. Alla lunga, però, questa ricerca di equilibrio diventa logorante. E' comunque importante parlarne per far fronte comune ad una barriera culturale in cui noi uomini non possiamo esibire fragilità psicologiche.
Grazie Pietro. Mi ritrovo in quelle parole e condividerò un'esperienza per dar seguito al tuo articolo: mio padre faceva lo stesso, nell'incapacità di affrontare momenti di stress (come dialoghi con la sua ex-compagna, mia madre); vengo da un contesto di famiglia del Sud, a sua volta lui da una famiglia di 3 fratelli e una madre dura e severa: l'affetto non hai mai varcato la soglia della sfera-familiare, intensificando comportamenti machisti, impregnati di cultura maschio-feudo-centrica che caratterizava ancora il Sud (mio padre é del '59) ed una realtà provinciale oscura (RC, nido di famiglie 'ndranghetiste)
Grazie al pensiero-critico femminile della mia compagna, ho rivisto quei comportamenti, quel silenziarsi o addiritura eludere fisicamente il dialogo, ed ho deciso di fare una terapia occasionale, che potesse sviluppare non un metodo mediatore (non solo perlomeno) ma la voglia di reagire comunicativamente, per togliere quei bias che pilotano la tua mente e trasformare un migliore "sé".
Parlane sempre, é il solo modo di poner il tema centrale nella vita di tuttə le persone, affinché possa cambiare.
Abbraccio forte 🫂
Grazie di questa condivisione. Le persone come te mi motivano a continuare a scrivere.
Grazie davvero: questo è un articolo che avrei voluto leggere diversi anni fa, mi sarebbe servito tantissimo.
Quello che mi fa paura è che molti dei sintomi sono davvero indistinguibili dallo stress (che comunque non è una cosa da sottovalutare, anzi): ed il rischio di accorgersi in ritardo della situazione in cui ci si trova è alto...
E visto che hai parlato anche di Pride, qui a Genova la prima giornata del Pride Village ha ospitato un bellissimo talk curato da Matteo Botto e Eugenia Nicolosi, "Manosphere: nella tana dei bro", incentrato su incel, redpillati e simili. L'han mandato in diretta streaming, ma non so se abbiano intenzione di pubblicarlo su youtube: spero davvero di si.
Grazie a te e soprattutto grazie della segnalazione spero davvero che lo pubblichino su YouTube
Ciao Pietro, un tema importante che in questo periodo risuona molto in me. Grazie per averlo trattato con il tuo solito, ma non scontato, mix di riferimenti autorevoli e della tua esperienza personale.
È che mi sembra che nella vita quotidiana ognuno di noi presenti quasi sempre almeno due o tre di quei sintomi insieme e allora che si fa si sta sempre in terapia? Boh. Io cerco di smazzare con la meditazione poi quando vedo che non basta chiedo un aiuto da fuori…
Idem. Alla lunga, però, questa ricerca di equilibrio diventa logorante. E' comunque importante parlarne per far fronte comune ad una barriera culturale in cui noi uomini non possiamo esibire fragilità psicologiche.