Lettera a uno sconosciuto
Lo sconosciuto sarebbe mio figlio, eh. Giusto per metterlo in chiaro subito. Una specie di pausa di riflessione di inizio anno.
Photo by Rawpixel - Freepik.com
Buon 2025 a te che mi leggi da poco, da tanto, dall’inizio, da oggi, non lo so. Scrivere una newsletter vuol dire entrare in un rapporto molto personale con chi ti legge, ma anche in un certo senso non sapere nulla di queste persone.
Oggi è festa per tutti e non pretendo che tu passi il tempo a leggere Patrilineare, ma io mi sono dato a suo tempo una regola, quella di uscire l’1, l’11 e il 21 di ogni mese. Fino adesso ha funzionato, e mi dà un buon framework in cui muovermi. Quello che leggerai dopo la promo non è una cosa che ho scritto adesso per te, ma una cosa che ho scritto qualche anno fa per mio figlio,1 integrata con qualche riflessione attuale. Una specie di lettera, se vogliamo. O un manifesto, vedi tu.
Una lettera per te.
Sì, una serie di parole messe in fila, da leggere: lo so che mi odi già.
In questi anni ho scritto molto, perché ne sentivo l’esigenza e perché mi aiuta a capire il mondo - ma soprattutto a capire me stesso. Fin da piccolo ti avvicinavi al computer e mi dicevi “Papà stai lavorando?” E io ti rispondevo “No, adesso sto scrivendo”. Sarà mica un lavoro, quello di scrivere, no? È più un mestiere, i cui strumenti sono la penna o la tastiera, ma soprattutto gli occhi, le mani, il cervello e che ha bisogno di benzina costante: cose da leggere, parole da ascoltare, realtà da vedere. Ho scritto per me, ho scritto per te, poi mi sono reso conto che in realtà scrivevo per molti, e allora ho pensato di iniziare una newsletter (è come un video su YouTube ma è scritto - sì, inconcepibile, vero?) in cui parlo di come maschi e femmine vengono irragionevolmente calati in ruoli contrapposti, di come gli stereotipi alimentano la violenza, di come le questioni di genere siano infinitamente più complesse di quanto sembra.
Non sarei sincero se non ti dicessi che per tutto il tempo ho sofferto della sindrome dell’impostore. Non sono uno psicologo, non sono un sessuologo, non sono un sociologo o un antropologo, non sono un educatore, un pedagogista, un intellettuale di qualsiasi sorta. Non sono donna, non sono gay, non sono trans. Posso al massimo definirmi queer/questioning, per via del fatto che non ho mai sentito miei i ruoli di genere che mi ha imposto la società. Insomma, non ho alcun titolo. Sono solo un padre.
Tutto quello che ho scritto l’ho scritto a titolo di padre. Padre di un figlio maschio, nella fattispecie. Vedi, nessuno nasce antisessista. Per un padre italiano di una certa generazione è molto difficile uscire dal ruolo del patriarca. Io non ci sono mai stato, in quel ruolo, e forse per questo ho avuto un piccolo vantaggio. Ma le cose che ho dovuto disimparare e poi imparare di nuovo nel corso degli ultimi anni, da quando sei nato tu, sono state tante. E per impararle mi sono confrontato con le persone più diverse. Ho dialogato, ho ascoltato.
L’ambiente tossico che vedo intorno a noi - intorno a me e a te, ma in generale intorno a tutti i maschi - è qualcosa che trovo intollerabile. Passata l’euforia di essere diventato padre ho cominciato ad osservarti, a studiare come ti comportavi, prima da solo e poi in relazione agli altri bambini e bambine. Ho visto cose che mi hanno risvegliato dei ricordi, ho visto altre cose che non avrei mai immaginato, e poi - soprattutto da quando hai cominciato il tuo percorso scolastico - ho visto il patriarcato in azione, pronto a far calare su di te come su tutti i bambini, l’imposizione del solo e unico ruolo sociale accettabile, quello di maschio stereotipato, senza emozioni, conforme al branco. Da quel momento in avanti tutto quello che vedo, che sento o che leggo in giro mi parla di privilegio maschile, di patriarcato, di violenza di genere, di violenza anche sul nostro genere, e mi spinge a scrivere di questo.
Photo by Freepik - Freepik.com
Quando ho cominciato a scrivere avevi iniziato la scuola primaria, oggi sei passato in un nuovo ciclo. Non sei mai stato una persona facile, un bambino che raccontasse qualcosa di quello che gli succede. Perciò, non ti conosco. O meglio: ti conosco a livello profondo, ma non so mai cosa ti succede quando sei lontano da me. Io continuo a lavorare su di me nella speranza di poter essere un modello positivo, una base da cui partire, ma non posso fare a meno di preoccuparmi quando vedo intorno a te modelli e valori che vanno in totale opposizione con quelli che cerchiamo di passarti in famiglia.
Sempre di più, mentre il mondo intorno a noi continua ad oscillare sull’orlo del baratro, provo ansia e tristezza al pensiero che io ho goduto dei frutti di quasi 80 anni di “pace occidentale” mentre tu ti trovi a vivere in un mondo devastato dal cambiamento climatico, in un’Europa nuovamente sull’orlo della guerra, in un’Italia ogni giorno più retrograda, ignorante e patriarcale, in cui esprimere o coltivare un qualsiasi pensiero complesso è malvisto, osteggiato, deriso. Non era questa la mia idea di progresso. Eppure questo per te è il contesto naturale: quando sarà il momento, spero che tu possa salire sulle spalle mie e di tua madre per spiccare un gran salto e lasciartelo indietro. Cosa ci sia davanti, per ora, lo possiamo solo immaginare. A scoprirlo, sarai tu.
Ecco, questo è un po’ il senso ultimo di Patrilineare, con cui mi piaceva iniziare l’anno insieme a te, insieme a tutti voi che siete tantissimi e aumentate ogni giorno. Dalla prossima uscita riprendiamo anche le news e le segnalazioni. Se mi vuoi scrivere o propormi un argomento, fallo: mi fa piacere.
Mi trovi un po’ su tutti i social come “@pietroizzo”, anche se a dirti la verità negli ultimi mesi mi trovi soprattutto su Threads, Mastodon e BlueSky - magari non hai ancora un profilo su questi social “federati”, ma ti consiglierei di provare a farlo, chissà mai che riusciamo ad entrare in una nuova era meno tossica della comunicazione digitale. Mi trovi anche su Ko-fi, ovviamente, dove puoi lasciarmi un’offerta libera (o anche una donazione periodica) per permettermi di continuare questo progetto, se ti va. Io ci tengo a farlo.
A presto, e ancora buon anno. 🫰🏼
Bellissimo
❤️❤️❤️