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ott 21Messo Mi piace da Pietro Izzo

Leggendo le statistiche sui tempi d'uso dei bagni tra uomini e donne, la prima cosa che ho pensato è: quante donne usano già i bagni degli uomini quando le file delle donne sono lunghe? Capita spesso di farlo nei locali o durante gli eventi - ci si mette d'accordo in un attimo e non mi è mai capitato che gli uomini si lamentassero della condivisione. Questo per dire che ci sono già molti contesti in cui si concorda sull'utilità dei bagni genderless... sarebbe così bello ufficializzarlo e rendere le cose più facili per chiunque!

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ott 21Messo Mi piace da Pietro Izzo

Grazie mille per la citazione Pietro. Questa newsletter in realtà è un punto di partenza perché vorrei far diventare Diversamente Maschio un movimento/associazione per aggregare i maschi che vanno in questa direzione e fare di più che ispirare (anche se già questo è un traguardo). A Roma mi sto muovendo con istituzioni locali, ancora e’prematuro ma vorrei organizzare degli eventi di sensibilizzazione e poi una “casa” per muoverci insieme e cercare di fare formazione più capillare. Che ne pensi ? Potremmo fare rete? Per ora sono patrocinato da Superminus un’associazione fondata da una avvocata molto in gamba.

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È un'idea molto bella, io per ora sono molto cane sciolto ma aperto a collaborazioni - non mi sono mai mosso con istituzioni locali ma solo perché non saprei come farlo, quindi ben venga conoscere esperienze!

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Che bella la pipì come diritto universale! è una discussione importante da fare e sono assolutamente d'accordo con te.

Volevo portare però un punto: ci sono tanti paesi dove le donne non hanno accesso a dei servizi igenici puliti e sicuri. Penso che in questi casi forse una divisione dei bagni ha ancora senso nel cercare di dare questa sicurezza e igiene alle donne per sentirsi libere di andare in bagno, tu che ne pensi?

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Penso che sicuramente il mio discorso si applica bene a “società occidentali evolute” mentre probabilmente in molti paesi del mondo non sarebbe (ancora) applicabile. L’evoluzione delle toilette deve andare di pari passo con l’evoluzione socioculturale di un paese. In India, per dire, sono ancora lì a discutere se lo stupro coniugale debba essere o meno considerato un reato quindi forse prima di fare i cessi genderless ci sono altri passi da fare 😉

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ott 21Messo Mi piace da Pietro Izzo

la pubblica amministrazione è blindata dal d.lgs.81/08, che impone bagni separati e anche camerate separate, laddove si prevedano turni notturni. penso alle caserme di vvf, purtroppo. se conosci un modo per ovviare a questo ostacolo, una statua d'oro! 😄

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Interessante, vado a vedermi il dlgs! Grazie

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tutto il mondo del lavoro, a dire il vero, non solo la PA

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Come scrivevo, io lavoro in una PA e abbiamo questa soluzione di compromesso: spazi comuni con lavabi e specchi e all’interno “cubicoli maschi” e “cubicoli femmine”. È già qualcosa dal punto di vista di gestione degli immobili, poi certo non risolve nulla a livello di genere. Poi negli uffici non ho mai visto proprio “la coda” in effetti 😉

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ott 24Messo Mi piace da Pietro Izzo

qualsiasi alternativa andrebbe bene, ma come si fa se c'è una legge che obbliga? senza contare i lavoratori e le lavoratrici che vogliono rigorosamente bagni e camere separate 😭 ma, a parte un retaggio patriarcale, qual è la motivazione per preferire stanza separate? e quella legge chi pensa di tutelare, e da cosa?

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ott 21Messo Mi piace da Pietro Izzo

Ieri ho visto "Il robot selvaggio" e ho pianto tantissimo. Anche perchè ho pagato solo 10 euro per un biglietto intero e uno ridotto. A parte gli scherzi, ha toccato qualche corda che in questo periodo di genitorialità è più sensibile del solito.

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Eh, direi...! La mamma non era con me e mio figlio ma tornati a casa le ho detto "meno male che non c'eri altrimenti erano fiumi di lacrime" 😅

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ott 21Messo Mi piace da Pietro Izzo

Bisogna parlarne sempre di più dei bagni genderless, Stalled! è un modello da estendere, anche dove lo spazio è poco ma può essere riorganizzato meglio e in modo del tutto diverso - compreso l'amaro capitolo 'bagno dei treni', che ogni volta che devo usarlo mi immagino di essere una femmina o una persona con disabilità; anche lì l'architettura è tutta centrata sul giovane maschio (dotato peraltro di notevoli doti di equilibrio).

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I bagni dei treni allucinanti. Ma il fatto che - anche qui - una cosa sia sempre stata progettata in un certo modo non vuol dire che debba continuare ad essere progettata così. Poi su questa cosa dei bagni gender neutral c'è stata una querelle americana infinita a cavallo tra le amministrazioni Obama e Trump che ho preferito non riassumere, e comunque... ma alla fine mentre scrivevo avevo in mente solo i cessi di Tokyo e Perfect Days. Il Nirvana dei cessi pubblici. A Torino sono rimasti in piedi 4 o 5 "vespasiani" (non ho idea se in tutta Italia si chiamino così) ma ti lascio immaginare.

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ott 21Messo Mi piace da Pietro Izzo

Esatto, sembra che non riusciamo a concepire cose diverse da come si è sempre fatto (vale ad esempio anche per quelle scatole che chiamiamo macchine).

Sogno camere bagno sui treni, bagni gender neutral nelle scuole, locali bagno accoglienti e puliti in bar e ristoranti. I cessi di Tokyo si possono replicare (che poi sono pure gratuiti), anzi sarebbe un segno democratico. E invece siamo fermi ancora a quei bugigattoli dei bagni chimici.

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